Alessano

La storia di Alessano, come accade spesso al sud, è storia di innesti, sincretismi e contaminazioni.

stemma del Comune di Alessano

Storia

Incerte le origini, oscure anche l’etimologia della città che Cesare Raho definiva, nel ‘500, “capitale della Leucadia”. Certo, invece, il ruolo di preminenza che le assegnarono i Normanni e il periodo di massimo splendore, nel XVI secolo, sotto il dominio dei Gonzaga. Antica sede di diocesi (soppressa nel 1818), Alessano racchiude in sé singolarità e magnificenza, spazio storico e luogo immaginario.

Il cuore del Paese è un suggestivo dedalo di case a corte e architetture rinascimentali testimonianze di un attivissimo centro culturale e fiorente snodo commerciale. Una recente indagine sull’archeologia industriale ci dice che l’olio, in un arco temporale di quasi otto secoli, qui fu davvero “l’olio liquido”. Dalla collina di Montesardo, invece, riaffiorano con insistenza resti della sapienza creativa dei Messapi. Oggi lo stupore e l’incanto vengono degli arabeschi “a secco” delle campagne, dalle sontuose facciate rinascimentali, dal “linguaggio delle pietre” scolpite nella balaustre e nei cornicioni. Sapere alchemico, “arte povera” ed estetismo puro: uroboros e protome antropomorfe, croci greche, latine e a “calvario”, altari magnifici, affreschi eterei. Un sincretismo perenne, un archivio del mito, un alfabetario della storia. La memoria che torna a parlarci nell’affabulazione popolare, nei silenzi di una “corte”, nello spazio metafisico degli antichi palazzi.

Alessano è in poche parole una cittadina da visitare, sia per il caratteristico centro storico che ospita anche “la giudecca” – antico quartiere ebraico - sia per i percorsi di fede che da qui si dipanano essendoci la casa natale di Don Tonino Bello, e il cimitero che ne accoglie le spoglie. Il Comune include anche parte della graziosa Marina di Novaglie.

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